A Sydney il tiratore di Sassari vince la Issf Junior World Cup nella Fossa Olimpica: per il team del Direttore tecnico Antonello Iezzi ventiquattr’ore prima era maturato già un prezioso bronzo a squadre ad opera di Erica Sessa, Lucia Palmitessa e Diana Ghilarducci
Dire Cecil Park, New South Wales, estrema periferia ovest di Sydney, non è dire una località qualsiasi. Quello è l’impianto in cui si sono disputate le Olimpiadi del 2000. Quelle sono le pedane in cui Johnny Pellielo nel Trap ha vinto la prima delle sue quattro medaglie a cinque cerchi ed è anche l’impianto in cui Deborah Gelisio ha vinto l’argento olimpico nel Double Trap. Vincere a Cecil Park è un po’ come inaugurare la propria carriera di rockstar andando a suonare davanti a mezzo milione di persone in un prato di Woodstock. Matteo Marongiu ha fatto questo. Il diciottenne sassarese (ritratto nella foto di apertura con il coach Antonello Iezzi un attimo dopo la vittoria australiana) in forza nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri ha vinto la medaglia d’oro nell’Issf Junior World Cup in Australia e nel contempo ha compiuto un passo fondamentale per la propria carriera. Fino ad ora Matteo aveva collezionato ottimi piazzamenti, aveva totalizzato pregevoli risultati e conquistato anche importantissime presenze su podi altrettanto importanti. Ma una medaglia d’oro è un’altra cosa. E poi: a Cecil Park. Con una traccia palpabile di emozione che l’algida connessione di Whatsapp non riesce a mascherare, lo dice anche il Direttore Tecnico Antonello Iezzi. “Matteo ha compiuto davvero un’impresa, perché ha fatto esattamente quelle che deve fare un grande atleta: conseguire il miglior risultato, e possibilmente la vittoria, indipendentemente da quello che accade intorno. Intorno a Marongiu, e naturalmente intorno a tutti i componenti di questa formazione azzurra di Trap impegnata a Sydney, meteorologicamente è accaduto davvero di tutto. Abbiamo iniziato gli allenamenti, dopo un viaggio ovviamente lunghissimo che comporta una differenza di fuso orario di mezza giornata, con 40° di temperatura, ma già il giorno successivo la temperatura era scesa di dieci gradi e frattanto sul campo soffiava un vento fortissimo. Nel giro di tre giorni lo scenario era drasticamente cambiato rispetto al nostro arrivo: nei giorni di gara il termometro ha segnato 15° e il vento ancora fortissimo e la pioggia hanno improvvisamente ambientato in una situazione invernale una gara che doveva invece svolgersi in una cornice estiva. I punteggi di tutti gli atleti in gara denotano questa grande difficoltà nel riuscire a rispettare gli standard normali. D’altronde, l’ho fatto presente anche alle ragazze che nella giornata precedente individualmente non erano riuscite a centrare la finale: Erica Sessa, Diana Ghilarducci e Lucia Palmitessa nella quotidianità sono infatti sempre al di sopra delle medie ottenute in questa gara. E il loro alto valore tecnico è descritto fedelmente da quello che hanno saputo fare in tante altre occasioni, non certo dal responso di questa competizione affrontato in una situazione estrema.”
Il diciottenne sassarese Matteo Marongiu ha vinto la medaglia d’oro nella Fossa Olimpica alla Issf World Cup di Sydney
Anche Alberto Di Santolo, Coordinatore del Settore Giovanile della Fitav che sta seguendo gli azzurrini in questa trasferta agli antipodi, concorda pienamente con questa lettura. “Chi è tecnicamente più bravo, soffre sempre di più le variazioni drastiche come quelle che si sono presentate nei primi giorni di questa Coppa del Mondo. Dall’atleta che ha credenziali, come avviene per tutti i nostri ragazzi e tutte le nostre ragazze, un ipotetico spettatore qualsiasi si attende molto e non opera distinzioni se in quella determinata circostanza, nel corso della gara, c’è un’escursione termica di venticinque gradi e se il vento è così forte che falsa completamente le traiettorie regolamentari. Invece, naturalmente, di tutto questo si deve tener conto.”
“Sul fatto che Matteo Marongiu potesse centrare questo risultato – aggiunge Antonello Iezzi – ci speravo davvero. E ci credevo. Perché il ragazzo meritava di coronare con una vittoria alcune belle prove che a livello internazionale aveva già fornito nelle ultime stagioni. Aveva la fucilata giusta e in allenamento aveva confermato di aver raggiunto un buon livello. Occorreva tranquillità: una tranquillità che certamente le condizioni meteo non hanno favorito. Ma nonostante i continui cambiamenti di luce che si sono verificati perfino a intervalli brevissimi, l’alternanza schizofrenica di rovesci di pioggia e di sole e il vento fortissimo, Matteo Marongiu ha veramente dato il meglio e ha meritato pienamente questo successo!”
Sul podio del Trap alla Issf Junor World Cup di Sydney Matteo Marongiu ha centrato la vittoria davanti al cinese Yiliu Ouyang e all’indiano Vivaan Kapoor
Per la finale della World Cup di Sydney Matteo Marongiu si qualifica con lo stesso 114/125 che ha collezionato il cinese Li Cheng, ad un piattello dall’apripista: l’australiano Nathan Stephen Argiro. Alla finale sono promossi anche l’altro cinese Yiliu Ouyang, l’indiano Vivaan Kapoor e Kun-Pi Yang di Taipei: quest’ultimo peraltro esclude dalla finale in shoot-off l’azzurro Teo Petroni (112). Nino Cuomo si ferma invece a 98. Nel round conclusivo Matteo Marongiu supera tutti gli ostacoli e affronta il duello finale con il cinese Ouyang. I due giovani talenti del Trap si attestano a quota 39/50 ed è il 2 a 1 dello shoot-off a favore dell’azzurro a consegnare al diciottenne sassarese questa prima brillantissima vittoria internazionale.
Il diciottenne sassarese Matteo Marongiu celebra il suo oro australiano con Antonello Iezzi e Alberto Di Santolo
Il coach Antonello Iezzi con le azzurrine Erica Sessa, Diana Ghilarducci e Lucia Palmitessa che hanno conquistato il bronzo a squadre